Tasso d’inflazione: definizione e calcolo

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Definizione di tasso d’inflazione



Il tasso d’inflazione corrisponde al rialzo/ribasso percentuale che interessa i prezzi di beni e servizi in un determinato periodo. Un rialzo dell’inflazione è spesso associato a un calo del potere d’acquisto. Per potere d’acquisto si intende la differenza tra l’evoluzione del reddito disponibile e il tasso d’inflazione. Se il tasso d’inflazione è superiore al tasso di crescita del reddito disponibile si verifica una perdita del potere d’acquisto. Al contrario, se il tasso d’inflazione è inferiore rispetto al tasso di crescita del reddito i consumatori avranno un maggiore potere d’acquisto.

Calcolo del tasso d’inflazione



Il tasso d’inflazione viene calcolato in base all’indice dei prezzi al consumo (IPC). Ogni mese l’INSEE determina i prezzi di un paniere di beni e servizi a qualità costante rappresentativi dei consumi delle famiglie (generi alimentari, bollette di elettricità e gas, canoni di affitto, prezzo della benzina, ecc.). Se il prezzo di questo paniere medio aumenta, il tasso d’inflazione è positivo. Se invece il prezzo del paniere cala da un mese all’altro, il tasso d’inflazione è negativo. In pratica, se il tasso d’inflazione è negativo si parla di deflazione.

Per valutare in modo corretto l’andamento del tasso d’inflazione, è importante verificare non tanto il dato pubblicato ogni mese, bensì la tendenza globale. Questa tendenza consente di sapere se il livello d’inflazione ha accelerato oppure se è in rallentamento.

Nella pratica, si utilizza spesso il tasso d’inflazione annualizzato, che consente di ridurre le variazioni stagionali. Il tasso d’inflazione corrisponde quindi al tasso d’inflazione medio negli ultimi 12 mesi. Ogni mese viene calcolata una media mobile. Ad esempio, l’inflazione di marzo comprende l’inflazione media dal mese di marzo dello scorso anno. Ad aprile il tasso d’inflazione include l’inflazione media dal mese di aprile dell’anno precedente e così via.

In Italia, il tasso d’inflazione dell’ISTAT (IPC) funge da riferimento per la rivalutazione del salario minimo orario, per il livello delle pensioni, dei conti di risparmio, degli assegni alimentari, ecc .

Confronto dei tassi d’inflazione



Ogni Paese dispone di un proprio metodo di calcolo per determinare il tasso d’inflazione. Prima di operare un confronto, è dunque molto importante comprendere il meccanismo di calcolo adottato da ogni Paese. Nell’Unione europea il problema non sussiste. L’Eurostat (l’Ufficio statistico dell’Unione europea) provvede infatti al calcolo dei tassi d’inflazione con un metodo comune (che consente di confrontare i dati nazionali). L’ufficio pubblica ogni mese:

- Il tasso d’inflazione dell’Unione europea (IPCE)
- Il tasso d’inflazione dell’eurozona (IPCUM)
- Il tasso d’inflazione di ogni Stato membro (IPCH)

Questi tassi d’inflazione verranno utilizzati dalla BCE (Banca centrale europea) come riferimento per indirizzare la sua politica monetaria nell’eurozona.

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