Inflazione reale e inflazione percepita
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Definizione di inflazione reale e inflazione percepita
L’inflazione reale corrisponde al tasso d’inflazione così come misurato dall’indice dei prezzi al consumo. L’inflazione percepita corrisponde al tasso d’inflazione così come misurato da un’indagine di opinione condotta sulle famiglie. Quest’ultima non trova legittimazione da un punto di vista economico; si tratta di una semplice percezione. Spesso esistono notevoli disparità tra l’inflazione reale e quella percepita. La differenza tra le due è però reale? Come si spiega?
Calcolo dell’inflazione reale
Per calcolare il tasso d’inflazione tramite l’indice dei prezzi al consumo, l’ISTAT utilizza un paniere di beni e servizi come riferimento. Misura la variazione dei prezzi per oltre 1.100 categorie di prodotti su un totale di 30.000 punti vendita. Il tasso di copertura dei beni e servizi era nel 2016 pari al 97%. L’inflazione reale è pertanto l’insieme dei beni e servizi di consumo ripartiti per settore nel modo seguente : altribeni e servizi / prodotti alimentari e bevande analcoliche / bevande alcoliche e tabacco / abbigliamento e calzature / alloggi, acqua, gas, elettricità e altri combustibili / mobilio, elettrodomestici e manutenzione corrente della casa / salute / trasporti / comunicazioni / tempo libero e cultura / istruzione / alberghi, bar e ristorazione
Come si spiega la differenza tra inflazione reale e inflazione percepita?
La bassa ponderazione di determinate voci di spesa
Alcune voci di spesa sono sottoponderate dall’ISTAT, ad esempio alloggi ed energia. Infatti, gli alloggi rappresentano soltanto il 10% del paniere totale di beni e servizi. Tuttavia, per molte famiglie, l’alloggio rappresenta una parte consistente delle proprie spese. L’ISTAT non ha considerato l’impennata dei prezzi tra il 2000 e il 2008. In Italia, gli alloggi incidono in media sul budget dell’intera popolazione (compresi quelli che hanno già rimborsato il proprio mutuo immobiliare) per il 18%. Se si considerano soltanto gli acquirenti della prima casa, tale quota aumenta al 27%. Per una fetta significativa della popolazione, l’inflazione percepita sembra quindi molto più importante di quella reale. Questa differenza è reale.
Struttura dei consumi
In base al reddito disponibile e al patrimonio, la struttura dei consumi delle famiglie è molto variabile. In caso di reddito modesto, i consumi si concentreranno sui beni e servizi primari (alloggio, beni alimentari, salute, trasporti, ecc.). Per i redditi più elevati, i consumi integrano voci di spesa maggiormente diversificate e secondarie, ad esempio il tempo libero, la ristorazione, l’abbigliamento.
L’inflazione varia sensibilmente in base alla categoria di beni e servizi considerata. Ad esempio, può aumentare notevolmente per gli alloggi ma non per l’abbigliamento e il tempo libero. Se l’inflazione reale aumenta soprattutto sui beni e servizi primari, si osserverà una maggiore inflazione percepita per famiglie con redditi modesti rispetto a quelle con redditi più alti. Al contrario, se l’inflazione si concentra sui beni e servizi secondari, le famiglie con redditi più bassi percepiranno in modo molto limitato l’impatto dell’inflazione.
La struttura dei consumi, che varia in base al reddito e al patrimonio, influisce enormemente sull’inflazione percepita.
La frequenza dei consumi
Se consumate regolarmente un bene o servizio il cui prezzo è sensibilmente aumentato, lo scarto tra inflazione reale e inflazione percepita risulterà importante. Facciamo l’esempio di una persona che prende regolarmente i mezzi pubblici e ipotizziamo che questa voce di spesa incida per il 16% nel paniere dell’ISTAT. Se i prezzi dei biglietti del treno aumentano del 5%, ma al contempo il prezzo degli altri beni e servizi nel paniere non subisce variazioni, il tasso d’inflazione è pari allo 0,65% (5% * 13%). Questa persona percepirà un’inflazione superiore a quella reale, calcolata sulla totalità delle voci di spesa.
Le famiglie sono più sensibili agli aumenti di prezzo
Riporto di seguito un grafico che mostra come sono evolute le indagini di opinione tra inflazione percepita e inflazione reale nell’eurozona:
(scala di sinistra) / inflazione percepita (scala di destra) / un’indagine qualitativa (vedere allegato) / Fonti: ISTAT, calcoli degli autori
È possibile osservare che, in presenza di un calo del tasso d’inflazione, l’inflazione percepita è simile a quella reale. Al contrario, dopo un periodo segnato da un forte rialzo del tasso d’inflazione, l’inflazione percepita è di molto superiore e aumenta per periodi più lunghi rispetto a quella reale. Le famiglie hanno quindi l’impressione che il loro potere di acquisto sia diminuito e diventano molto pessimistiche.
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